Il paese meno visitato d’Africa è la Guinea Equatoriale. Lo si ricava da una classifica stilata dal sito Africa Review. La notizia non stupisce: si tratta di uno dei paesi più pericolosi del mondo come dimostra il caso di Roberto Berardi, imprenditore italiano che vi ha passato tre anni in carcere senza una accusa formalizzata e a seguito di un processo farsa.
La Guinea Equatoriale è pericolosa non tanto per la delinquenza, per i rischi di guerra civile, per i disordini di piazza, per le proteste della popolazione. E’ pericolosa a causa della classe politica al potere che occupa questo paese da quasi quaranta anni e lo ha trasformato nel proprio bancomat con il quale ha gonfiato i propri conti all’estero.
Parlare di classe politica in Guinea Equatoriale è un eufemismo. Al potere c’è un uomo, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo che divenne presidente nel lontano 3 agosto del 1979. Naturalmente con un colpo di stato condotto contro uno zio, Francisco Macias Nguema che lo aveva fatto capo delle forze armate.
Teodoro (lo chiameremo così, per semplicità) si installa al potere è vara un regime nel quale ogni oppositore, anche solo sospettato, viene fatto fuori senza complimenti. Naturalmente si mantiene al potere grazie a “regolari” elezioni che si svolgono nel 1989, 1996, 2002, 2009 e nelle quali vince senza rivali (e senza proteste o critiche delle democrazie occidentali, per la verità).
La Guinea Equatoriale è ricca di idrocarburi e concede ricche concessioni in cambio di contratti milionari che, naturalmente, non vengono trasformati in benessere per la popolazione ma finiscono nei conti correnti suoi e della sua famiglia. Si stima che il patrimonio di Teodoro si aggiri intorno ai 600 milioni di dollari. Per questo motivo la rivista Forbes lo ha collocato all’ottavo posto nella classifica dei sovrani e dei dittatori più ricchi del mondo.
Il presidente divide sì la sua ricchezza, ma con la famiglia e in particolare con il figlio, Teodorin Obiang Nguema Mangue (che chiameremo Teodorin, per semplicità). Questo rampollo infatti è il vice presidente del paese e pare che la sua principale occupazione sia quella di spendere il patrimonio di famiglia (è un collezionista di oggetti appartenuti a Michael Jackson e spende milioni di dollari in questa occupazione, e poi auto di lusso, viaggi, hotel, scorte e tutto ciò di cui ci si può immaginare).
Pare che la mania di spendere senza freni lo porti anche a commettere reati (Roberto Berardi è una sua vittima, si può seguire la sua vicenda in questo link). Teodorin (che vedete nella foto) è stato infatti perseguito dalla procura distrettuale della California per avere riciclato 30 milioni di dollari, anche se alcune fonti parlano di 300 milioni.
Naturalmente la popolazione della Guinea Equatoriale – meno di un milione di abitanti su una superficie di 28 mila chilometri quadrati – è tra le più povere del mondo e, senza esagerazioni, potrebbe essere considerata la schiavitù personale della famiglia al potere.
Roberto
9 Agosto 2015 — 21:27
La Guinea Equatoriale è uno dei paesi più pericolosi del mondo, il suo Presidente é da 40 anni un temibile dittatore senza scrupoli e ciononostante un’imprenditore italiano apre una società con lui e ci diventa socio, vuole fare affari con lui.
Ma non ci trovate qualcosa di strano?
Eddai su!!
sheyla
10 Marzo 2017 — 08:54
l’articolo si dimentica di dire che dietro i disordini ci sono sempre stati gli stati occidentali e le multinazionali nonchè nel 2004 Sir Mark Thatcher, figlio di Margaret Thatcher, che avrebbe finanziato il tentato golpe basta con questa idea degli africani poveri per colpa dei loro capi disonesti disonesti siamo noi che ci abbiamo banchettato
Franco Lelli
24 Marzo 2020 — 19:13
Ho vissuto in Guinea Equatoriale dieci anni. Dal 1989 al 2000. Ho improntato nel Paese un’attività boschiva che occupava 116 operai locali. Ho lasciato il Paese per ragioni di salute e nessuno me lo ha impedito. Miei soci sono stati il Primo Ministro e il Ministro delle Finanze. Ho visto nascere e crescere lo sfruttamento del petrolio e quello del legname. L’Africa non è per tutti. Occorre prudenza, tanta prudenza. Ho sempre rispettato il consiglio di un vecchio spagnolo radicato nell’Isola di Bioko: questa non è casa tua, chiedi permesso per qualsiasi cosa tu debba fare. Chiudi gli occhi, se serve, le orecchie e non parlare mai male del presidente. Se invece è la spocchia del “colonizzatore” a volersi affermare, i guai sono a portata di mano. La classe politica è ignorante, corrotta, con pochi scrupoli, ma anche ingenua. L’abilità dell’europeo deve essere quella di far vedere di dare con la destra e togliere con la sinistra. E’ possibile, seppure non facile. Ho sempre frequentato la famiglia del presidente (giocavo a tennis con lui nel pomeriggio), ho confidenza con la moglie e soprattutto con Teodorin. Costui è veramente pericoloso, perché privo di istruzione e uso a ricorrere alla forza per risolvere ogni divergenza. E’ quello che da noi si definisce un “viziato”, abituato a prendere ciò che vuole, come e dove vuole. Eppure, ho passato con lui anche giorni sereni. La situazione socio-politica attuale è sostenuta con ogni ricorso dagli USA che stanno sfruttando i giacimenti con mezzi e strumenti vietati in qualsiasi altro paese del mondo. E’ l’eterna storia dei colonizzatori voraci, come voraci e menefreghisti si sono mostrati gli spagnoli prima della scoperta del petrolio e come sono stati gli inglesi fino all’800 quando scorrazzavano con le navi negriere. C’è da chiedersi se tutta la colpa stia solo da una parte…