Appena tornato da un viaggio in Senegal, paese stabile, non attraversato da conflitti, senza tensioni religiose latenti o palesi, la scuola è gratuita e obbligatoria e la sanità accessibile a tutti, anche se mancano gravemente farmaci, attrezzature e medici preparati e competenti. Insomma un paese dove, sulla carta, non ci sono grandi motivazioni che spingono i giovani ad emigrare.
Eppure il nostro paese, l’intera Europa è piena di senegalesi che hanno scelto (e continuano a scegliere) la via dell’emigrazione. Perchè? Forse hanno ragione coloro che dicono che i migranti economici non hanno diritto di emigrare e che i paesi europei fanno bene a respingere chi non ha i requisiti per richiedere l’asilo o la protezione umanitaria?
Personalmente credo che i senegalesi abbiano lo stesso diritto ad emigrare che abbiamo noi e che hanno i giovani europei. Se il mondo è globale, se la circolazione delle merci e del lavoro non ha frontiere, perchè dovrebbero avercelo gli uomini? Noi italiani abbiamo riempito il mondo di migranti economici. Lo abbiamo fatto nel passato (in America, in Argentina, in Brasile) e continuaiamo a farlo. Londra, per esempio, è piena di italiani e l’Irlanda, l’Australia, il Brasile anche, per non parlare di tutti gli italiani in giro per il mondo a studiare.
Perchè mai, allora, i senegalesi non dovrebbero poterlo fare? Offrono un lavoro poco qualificato che i “signorini” europei non vogliono più fare, ma sempre lavoro è (e in molti casi ci è indispensabile). Perchè mai dovrebbero essere respinti? Non vorrei credere che è solo perchè hanno la pelle nera.
E poi la realtà non è così schematica: in Senegal stanno bene che ci rimangano. In questo mio viaggio non ho vistato solo Dakar e il mare circostante, ho girato l’intero Senegal da nord a sud. Si attraversa una savana secca difficile da coltivare dove l’eredità coloniale ha lasciato come unica coltura le arachidi. Si incontrano piccoli villaggi isolati che vivono praticamente di una misera agricoltura di sussistenza, oppure di pesca.
Per i giovani andare a Dakar o nella città più vicina è quasi impossibile. Muoversi costa un sacco di soldi per le le loro economie personali. E quand’anche vi arrivassero comprendono subito che non è lì che troveranno una alternativa: Dakar è una città molto cara, dove è difficile avere una casa e un lavoro.
Più volte vedendo scorrere questo panorama dai finestrini dell’auto con la quale viaggiavo mi sono detto che se fossi nato in uno di quei villaggi sarei scappato, non avrei accettato di pensare che la mia vita si sarebbe dovuta esaurire in quella esistenza indolente e senza prospettive. Avrei certamente voluto conquistarmi la possibilità di avere una chances e magari, con le rimesse da emigrante avrei potuto offrirla anche ad altri. Del resto è la stessa cosa che fanno i nostri giovani. Loro possono i senegalesi no.
lorenza
27 Maggio 2016 — 10:03
e inoltre con un lavoro umile in europa si può risparmiare er far studiare figli, fratelli…. provvedere a cure mediche e magari realizzare un progetto di lavoro, la casa per la grande famiglia per il giorno che si ritornerà perchè tutti anche quelli che hanno famiglia qui, come mio marito, torneranno in senegal. l’europa è solo una chance per poter tornare a casa. spesso chi emigra sono i più giovani e i più capaci della famiglia che possono assicurare sostentamento ad anziani e piccoli. parlo per il mio caso personale ma spesso i senegalesi sono basiti dalla nostra mancanza di rispetto ed educazione e faticano a comprendere i nostri modi di vivere e di relazionarsi con i nostri simili
Nicola
27 Maggio 2016 — 17:00
Gli Italiani se sono irregolari vengono rimandati a casa, oggi come ieri….Londra oggi è parte dell’Unione Europea e quindi è chiaro che è più facile per gli italiani andarci a vivere … l’emigrazione nelle Americhe era diretta verso paesi che erano in qualche modo nati come paesi di immigrazione e che avevano una bassissima densità di popolazione; ed in ogni caso resta valido il concetto che anche qui ci sono stati italiani rimandati indietro.
E comunque se dovessimo dare completa libertà di movimento alle persone allora dovremmo in teoria anche accettare di ricevere 10 milioni di immigrati all’anno (ho esagerato i numeri volutamente) , ma la cosa è impossibile … ogni paese ha sempre puntato a gestire la propria immigrazione economica secondo i propri interessi e secondo le proprie esigenze.
Riguardo ai lavori più umili ci sono anche europei che sono disposti a farli, anche se solitamente provengono dall’Est Europa.
Nicola
27 Maggio 2016 — 17:08
aggiungo che anche oggi se gli italiani vogliono possono spostarsi per turismo in Australia o Stati Uniti con il visto turistico; ma NON hanno diritto a vivere lì a tempo indeterminato, se restano oltre i mesi previsti dal visto turistico vengono rimandati indietro.
E del resto ho letto che nel 2013 o 2014 solo 3000-4000 italiani sono andati a vivere negli Stati Uniti, ma penso che sarebbero molti di più quelli desiderosi di farlo.
Di Senegalesi ce ne sono in Europa non pochi, quindi non per tutti è impossibile emigrare, alcuni ci riescono.
Nicola
27 Maggio 2016 — 17:10
“Per i giovani andare a Dakar o nella città più vicina è quasi impossibile. Muoversi costa un sacco di soldi per le le loro economie personali. E quand’anche vi arrivassero comprendono subito che non è lì che troveranno una alternativa: Dakar è una città molto cara, dove è difficile avere una casa e un lavoro.”
Queste difficoltà però potrebbero presentarsi anche in Europa per i Senegalesi; le città sono molto care per le loro tasche
Rosamaria Vitale
28 Maggio 2016 — 10:03
Ha ragione caro Masto quando dice” perché noi si e loro no” e fino a pochi anni fa andava tutto bene. Ora purtroppo non è più così è il Senegal, come lei dice, non è’ un paese a rischio. il 99% non ottiene permesso di asilo.( come molti altri del resto). Che senso ha morire di freddo sulla strada? Perciò io stessa, che mi occupo di loro, consiglio sempre di tornare a casa. Non diventeranno ricchi ma non moriranno sotto una coperta, di notte, in stazione centrale.
Alfredo
7 Dicembre 2016 — 17:36
Il problema sono anche le mafie che sfruttano le inadeguatezze dello stato per quanto riguarda l’accoglienza (per semplice inefficienza, incapacità, o mancanza di risorse). Se oggi un senegalese mi chiedesse di venire gli direi che finirebbe schiavo di qualche mafia a vendere accendini, forse riuscirebbe anche a fare qualche soldo ma non riuscirebbe a essere inserito in un vero percorso di integrazione, e favorirebbe un’economia illegale fatta di violenza e sfruttamento.
Leoni Anna Maria
14 Ottobre 2017 — 14:29
Decisamente penso che non si sia colto il punto. Allora, quello che noi chiamiamo stato non è altro che un’associazione a delinquere che per foraggiare se stesso e le sue future generazioni affama un popolo pronte e passivo. La legge Treu sulle pensioni ai sindacalisti ed ai parlamentari ha stabilito che codesti scellerati possano andare in pensione anche con un solo mese di lavoro ( 60.000 euro di pensione all’anno con un solo mese lavorativo). Naturalmente con questo andazzo intanto si sono pappato tutto e messo in crisi tutto il sistema pensionistico e per il popolo neppure le famose brioches. Ora in un paese come il nostro che non è assolutamente grande come l’America è una guerra tra poveri. Perché quelli che non riescono a mettere il piatto sul tavolo ed hanno perso la dignita’ sono molti più di quanti immaginiate ed è chiaro che qui non c’è posto per tutti, siamo tra le nazioni più piccole al mondo, noi non siamo la Germania e neppure il Regno Unito. Noi siamo un piccolo paese che lo stato si sta’ mangiando a morsi e che oggi conta 3 milioni di disoccupati!!!!A me piacerebbe averli ma cosa gli offriamo, dove li mettiamo…
Io
29 Aprile 2018 — 07:51
E che mangino brioches ! haha( commento ironico,non offensivo per nessuno )
Francesco servidio
11 Giugno 2018 — 15:41
Sono pienamente d’accordo in quanto al diritto ma…ne vale la pensa subire tante umiliazioni restando sempre dei poveri, e se trovano un lavoro saranno sfruttati fino al inverosimile?