In queste ore c’è grande tensione nella Repubblica Democratica del Congo. A Kinshasa, ovviamente, ma anche nelle città dell’est come Bukavu, Goma e Lubumbashi.
A Kinshasa in particolare il partito dell’eterno oppositore Tshisekedi ha lanciato la protesta della “ville morte” e la capitale è immediatamente precipitata in una surreale situazione di calma. Segno che, evidentemente, la popolazione ha risposto alla protesta.
La Repubblica democratica del Congo sta vivendo ore delicate dopo che i partecipanti al dialogo nazionale, riuniti nel fine settimana a Kinshasa, hanno raggiunto un accordo per lo svolgimento delle elezioni presidenziali nell’aprile del 2018. Al dialogo nazionale partecipavano alcuni partiti fantoccio che sono serviti per dare una parvenza di dialogo e di democrazia.
Di fatto l’opposizione vera rifiuta l’accordo. L’Unione per la democrazia e il progresso sociale (Upds), la coalizione G7, Dynamique e il Movimento di liberazione del Congo (Mlc), riuniti intorno al presidente dell’Upds, Etienne Tshisekedi, e all’oppositore Moise Katumbi, insieme ad una parte della società civile hanno respinto immediatamente i termini dell’accordo come un tentativo del presidente uscente Joseph Kabila di non rispettare il termine dei due mandati previsti dalla costituzione.
Sulla sempre più complicata situazione interna della Rdc si è espressa anche l’Unione europea. Bruxelles – si legge in una nota – è “profondamente preoccupata” per la situazione politica nella Repubblica democratica del Congo. L’Ue “condanna con forza gli atti di violenza estrema che hanno avuto luogo il 19 e il 20 settembre, in particolare a Kinshasa. Queste azioni hanno ulteriormente aggravato la situazione di stallo dovuta al fallimento dello svolgimento delle elezioni presidenziali, in linea con i termini previsti dalla Costituzione.
La crisi politica – continua ancora la nota dell’Ue – può essere risolta soltanto attraverso un impegno pubblico di tutte le parti interessate, in particolare per quanto riguarda il limite del mandato presidenziale, attraverso un dialogo politico sostanziale, inclusivo, imparziale e trasparente”.
Per il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il paese è invece a “rischio estremo” di precipitare nella violenza diffusa. L’inviato Onu a Kinshasa, Maman Sidikou, ha messo in dubbio l’adeguatezza del numero di militari della missione di pace della Monusco, attualmente pari a 18 mila effettivi. All’inizio di ottobre il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha posto sotto osservazione la Rdc a seguito delle crescenti tensioni provocate dai ritardi nell’organizzazione delle prossime elezioni presidenziali.
Insomma, il Congo sembra essere sul punto di precipitare, ancora una volta. E la responsabilità è di un uomo solo che adotta lo stesso copione andato in scena già in altri paesi fin troppe volte.
Comments by Raffaele Masto
Chi siamo
"Grazie Helen. Toglieremo senz'altro la foto"
Chi siamo
"Purtroppo è molto tempo che non visito il Madagascar..."
La Verità ai tempi dell’Informazione Globale
"Gianfranco grazie del tuo commento. Si, sono totalmente..."