I capi di Stato di 15 Paesi dei Caraibi hanno lanciato un piano per la richiesta di riparazioni rivolto a diversi Paesi europei per la tratta degli schiavi condotta fino al 1833 nell’Oceano Atlantico.
La richiesta di indennizzi riguarderà Gran Bretagna, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda, Norvegia, Svezia e Danimarca.
L’organizzazione politica ed economica della regione caraibica prevede, fra l’altro, la richiesta di scuse ufficiali e incondizionate dalle nazioni europee che hanno condotto la tratta e una serie di azioni a sostegno delle comunità povere discendenti dagli schiavi.
Già in passato erano state chieste riparazioni. Nel 2004 i discendenti degli schiavi africani fecero causa ai Lloyds di Londra ma senza successo. Alcuni Paesi dei Caraibi si sono rivolti all’Onu, ottenendo attenzione ma niente di più.
Anche questa richiesta probabilmente cadrà nel vuoto. Certamente gli stessi paesi vittime dello schiavismo lo sanno, anzi lo sapevano anche prima di lanciare il piano di richieste di riparazioni e di scuse.
In realtà, seppure queste richieste non hanno nessuna possibilità di ottenere ciò che chiedono, hanno un merito: quello di richiamare l’attenzione sul fatto che i secoli dello schiavismo hanno segnato l’Africa profondamente e che la tratta è uno dei principali motivi del mancato sviluppo del continente.
All’Africa infatti per alcuni secoli sono stati sottratti gli uomini e le donne in età lavorativa, nel momento in cui erano più creativi e più attivi. Che futuro si pensava potesse avere quel continente?
Ecco, anche solo riconoscere che il non-sviluppo dell’Africa non è il frutto di una “inferiorità” degli africani è importante. Spesso è importante anche per gli africani stessi che non riescono ancora a riconoscere la portata di ciò che è stato lo schiavismo.
E non bisogna dimenticare che dopo lo schiavismo c’è stato il colonialismo che ha sottratto all’Africa ancora forza lavoro e materie prime. Colonialismo che è finito solo negli anni sessanta, cioè un solo istante fa secondo i tempi lunghi della storia.
Tantalo
15 Ottobre 2016 — 15:17
Fosse vero non sarebbe male che anche l’Italia facesse causa contro i paesi del nordafrica che fino all’800 hanno raziato le coste dell’Italia del sud deportando come schiavi decine forse centinaia di migliaia di italiani. L’argomento è un tabù ma se cercate in rete vedrete quanto è stata importante.
Marco
11 Novembre 2018 — 10:52
Ma per carità,l’arretratezza degli africani colpa degli europei? E prima della tratta degli schiavi non erano forse ugualmente arretrati? Senza dimenticarci che la maggior parte dei neri portati via erano originari delle zone più esterne del continente,mentre certe zone dell’entroterra a malapena furono toccate. Abbiamo forse una civiltà anche solo lontanamente comparabile a quella degli europei,nell’interno del continente? Certamente no! Il politicamente corretto ci impone di celare certe verità assumendoci totalmente la colpa come europei,ma se si vuole veramente ricercare la verità bisogna dirla senza avere paura di offendere qualcuno. Bisogna evidentemente chiedersi perché culture diverse hanno visto evolversi certi popoli (aborigeni,africani,nativi americani) che nel corso della loro storia non si distinsero né per idee,scoperte,invenzioni,lettteratura,tecnologie mentre altre (europei e in parte asiatici) lo fecero. E non ci si può celare dietro all’auto colpevolizzazione che tanto piace ultimamente agli occidentali cercando invece di nascondere la verità,e cioè che effettivamente fummo noi a civilizzare il mondo e consentire la costruzione del mondo in cui viviamo,che,seppur con tutti i problemi esistenti,è un mondo che ha portato milioni di persone a istruirsi,a soddisfare i propri bisogni primari e i loro desideri ,oltre che alla autorealizzazione personale. Tutte cose che non si nsarebbero potute realizzare all’interno di tende di nativi americani o africani,o in grotte di aborigeni non si sarebbero potute realizzare.
Se certe parti del mondo si avviano a colonizzare lo spazio,e altre ringraziano gli dei per l’accensione del fuoco e vivono in condizionitali e quali all’età della pietra un motivo ci sarà.
Se tutti partiamo per una gara dal medesimo punto temporale,e alcuni arrivano prima di altri (altri che se non con l’aiuto dei primi non sarebbero arrivati nemmeno oggi) una spiegazione dev’esserci;e ridurla tutta all’azione degli europei negli ultimi 500 anni,quando gli europei a quell’epoca erano già i popoli più civilizzati del mondo,è alquanto ridicolo. Ricordiamo che fino ad allora (1500 d.C.) gli europei erano già,da almeno 2000 anni,i popoli più evoluti, e nessun aiuto era venuto se non dalle loro mani e dai loro cervelli. Giustificare l’arretratezza degli altri popoli con l’intervento degli europei sarebbe come giustificare l’evoluzione spropositata rispetto agli altri popoli ,alla loro riduzione in schiavitù. Se poi vogliamo inchinarci al politicamente corretto e a quello che viene definito da alcuni il “suicidio europeo,quella è un’altra storia. Riguardo all’argomento dell’articolo, se ogni persona ora vivente dovesse chiedere un risarcimento perché un loro antenato fu schiavo,credo che chiunque di noi dovrebbe pretendere dei soldi da chiunque,a partire dai sumeri,agli egizi,all’antica roma passando per tutti i regni,imperi e altre istituzioni che fecero di altri esseri umani schiavi. Perché i neri dovrebbero essere diversi dagli altri?
Saluti
Marco